LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
E LA MORTE A CUORE BATTENTE
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nata nel 1985

COMUNICATO STAMPA
 Anno XXXI n.16
29 Settembre
2015

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IL SINDACO DI PIEVE DI CADORE
ALLERTA I SINDACI
SUL PRELIEVO A CUORE FERMO MA CERVELLO VIVO
  

Il messaggio d'allerta inviato dal Sindaco di Pieve di Cadore Maria Antonia Ciotti a tutti i colleghi sindaci della provincia di Belluno (24.09.15) accompagnato dalla e-mail “donatore a cuore fermo ma cervello vivo” della Lega Antipredazione, dimostra un sentimento profondo e una responsabilità sociale del tutto eccezionali: una limpida determinazione in difesa dei diritti personalissimi e della vita dei cittadini che è anche difesa dell'estetica del vivere.
Fatto così raro tra le istituzioni, eppure così importante perché riallaccia un filo di speranza verso quei Sindaci che hanno un'autonomia di giudizio e il coraggio di esprimerlo proprio per difendere coloro che li hanno votati.
Maria Antonia Ciotti scrive a noi “sono convinta che è con il poco di molti e non con il molto di pochi che raggiungeremo l'obiettivo di ottenere per i morenti la dignità di una morte certa e non apparente o addirittura forzata: vero omicidio...” Porteremo queste sue parole anche al Presidente della Repubblica ed ai Presidenti delle Regioni.

* * *

From: ufficio segreteria del Comune di Piede di Cadore
To: Sindaci della Provincia di Belluno
Cc: lega.nazionale@antipredazione.org
Sent: Thursday, September 24, 2015 3:52 PM
Subject: COMUNICATO DELLA LEGA ANTIPREDAZIONE

Ai signori colleghi Sindaci della Provincia di Belluno

Cari colleghi,

ogni giorno riceviamo decine di mail, le più svariate come argomenti e, in tutta onestà almeno io stessa non riesco a leggere... su una però mi sono soffermata l’altro ieri, giornata nella quale mi stavo preparando al consiglio comunale, perché riguarda la nostra vita, anzi la nostra vita quando sta giungendo al termine..

E' una mail che vi allego e vi chiedo, cortesemente, di leggere con attenzione, ci impiegherete pochi minuti ma arriva da un medico rianimatore ed anestesista che porta con estrema semplicità ed efficacia un serio problema collegato alla donazione di organi (atto meraviglioso) ma che, purtroppo, grazie a un vuoto legislativo (manca il decreto attuativo della legge 91/99 art.5) provoca diverse zone d’ombra nella corretta conduzione dell’operazione di espianto.. e quando dico corretta mi riferisco ovviamente alla predazione di organi umani da una persona il cui cervello non e’ ancora..andato.

Leggetela, fatela vostra, personalmente la inserirò come un ordine del giorno a favore della vita morente, alla tutela delle persone che stanno morendo e sono sole, senza parenti.......

Cari colleghi, noi sindaci siamo i primi responsabili della salute e della sicurezza dei nostri cittadini, soprattutto dei piu’ deboli, di coloro che non hanno voce per difendersi da chi usa il corpo umano come un qualcosa dal quale prelevare organi.

Cari colleghi ne va della dignità umana, spero mi ascolterete.

Grazie.                           Il Sindaco di Pieve di Cadore - Maria Antonia Ciotti

Consiglio Direttivo
Nerina Negrello-Presidente
Lega Nazionale Contro
la Predazione di Organi
www.antipredazione.org


Di seguito il ns comunicato trasmesso ai Sindaci                                                  

www.antipredazione.org
17/9/15 Comunicato n.15

 

CERVELLO “MORTO” E CUORE BATTENTE OPPURE
CERVELLO VIVO E CUORE NON BATTENTE
L'IMPORTANTE E' ESPIANTARE

Finora il prelievo di organi è stato praticato esclusivamente su persona in cosiddetta “morte cerebrale” a cuore battente (standard neurologico). Ma le opposizioni crescono, la disponibilità degli organi diminuisce, e i trapiantisti da qualche tempo hanno cominciato ad espiantare reni e fegato da pazienti in arresto cardiaco senza patologie cerebrali. Sono pazienti che sulla base di un giudizio di prognosi infausta sono guardati come banca di organi e tessuti. La chiamano “donazione a cuore fermo”. Quello che non si conosce è che l'immediata ed invasiva preparazione all'espianto è precedente all'accertamento di morte cardiaca e praticata sia su coloro che hanno manifestato volontà di donazione sia, in parte, su coloro di cui non si conosce la volontà.

Se il cuore si ferma per 20 minuti (riscontro ECG) per legge si è morti. Ma a cuore fermo gli organi senza ossigenazione si deteriorano rapidamente, tanto più dopo 20 minuti, rendendo impossibile il trapianto. Così ci si prepara per la circolazione extracorporea (ECMO)* non a fini di cura ma per salvaguardare reni e fegato, ostacolando l'afflusso di sangue ossigenato al cervello con un palloncino che chiude l’aorta al di sopra dei reni provocando un crash del cervello. *(Extra Corporeal Membrane Oxygenation).

E’ un terribile protocollo autoritario per il prelievo di organi, che inizia sui moribondi ad imitazione di altri Stati.

A livello internazionale è definito“Non Heart Beating Donor” (NHBD) “donatore a cuore non battente” ma cervello vivo. Negli anni ha acquisito varie definizioni: Donation After Cardiac Death (DCD) “donazione dopo morte cardiaca”, ma anche Donation After Circulatory Death (DCD) “donazione dopo morte della circolazione”. Gli italiani dicono “donazione a cuore fermo”.

Il procacciamento è più facile sui ricoverati in terapia intensiva ma altre situazioni più comuni possono coinvolgere i cittadini.
Chi chiama il 118 per un attacco cardiaco sappia che il medico che giudica irreversibile l’arresto cardiocircolatorio se possibile applica il massaggiatore cardiaco automatico (AP) e telefona in ospedale al coordinatore locale dei prelievi. Costui si informa dai database del SIT o dell'ASL di appartenenza (irregolarmente per la mancanza del decreto attuativo della legge 91/99 art. 5) o dai tesserini personali, se esiste dichiarazione di consenso al prelievo di organi. Il paziente accertato che sia donatore viene trasportato al Pronto Soccorso e, in presenza di prognosi cardiaca infausta le azioni possono essere finalizzate a salvare gli organi da trapiantare prima ancora della morte cardiaca, le chiamano “manovre preliminari”. Saranno incise le femorali (arterie e vena) ai fini della successiva circolazione extracorporea, si faranno prelievi del sangue per le prove sierologiche di idoneità. Dopo 20 minuti di accertamento di morte cardiaca (20 minuti di ECG) si riprenderà il massaggio cardiaco automatico (AP autopulse) e si procederà all'incannulamento dei vasi femorali per la ECMO che alimenta ed ossigena reni e fegato per un tempo che va da 1 a 6 ore, bloccando però l'afflusso del sangue al cervello. Quindi l'espianto.

La differenza per il paziente di cui non si conosce la volontà sta nel fatto che, in attesa dei parenti lo si considera “potenziale donatore”, si effettuano le manovre preliminari e dopo i 20 minuti di arresto cardiaco si procede all'isolamento chirurgico dei vasi femorali, si allerta la sala operatoria ma si aspetta la non opposizione dei parenti per incannulare vasi e procedere alla ECMO.

Se i parenti si oppongono la procedura verrà interrotta ma intanto il loro caro è stato trattato come un donatore di reni/fegato, senza che lo fosse. L'alibi per tali interventi messi in atto nell'attesa dell'accertamento della volontà del soggetto o della famiglia, è sostenuta dalla tesi di non “frustrare la volontà di donazione”.

Il vero problema è che non è stato emesso il Decreto attuativo previsto dalla L. 91/99 art. 5 per la dichiarazione di volontà negativa o positiva alla donazione. Le proposte pubblicizzate dal governo sono tutte ingannevoli e confuse germogliate da un Decreto Temporaneo della Bindi. Così anche i NON donatori potranno subire pratiche invasive preparatorie all'espianto nell'attesa dell'opposizione scritta dei familiari e/o della personale dichiarazione autografa d'opposizione (Carta-Vita).
Le persone sole sono senza speranza.

Iter organizzativo sperimentale: nel settembre 2008 è stato presentato il protocollo operativo, da parte del Policlinico San Matteodi Pavia, elaborato sulla base del protocollo nazionale NHBD Non Heart Beating Donor (progetto pilota: Cagliari, Pisa, Treviso) e del protocollo dell'Hospital Clinic di Barcellona nonché del parere medico-legale del Centro Nazionale Trapianti (CNT). Nel 2009 questo protocollo è stato adottato anche dall'Ospedale San Camillo di Roma e praticato dal 2010”.

La “donazione a cuore fermo” ma cervello vivo è tornata alla ribalta sulla stampa il 14 e 15 settembre 2015 per un trapianto di fegato.
Aspettiamo l’intervento della Magistratura.

Consiglio Direttivo
Presidente Nerina Negrello
Lega Nazionale Contro
la Predazione di Organi
www.antipredazione.org

 lega

 

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Fonte:
www.antipredazione.org
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